I Vini di Marjan Simčič
Insieme ad amici decidiamo di fare un viaggio in Slovenia, è da tempo che desidero andare a trovare Marjan. Il ricordo dei suoi vini mi era rimasto impresso ancora sul palato, tanto da accendere la curiosità di conoscere la sua cantina.
Simčič abita nella area di Goriška Brda, le sue vigne si trovano nel Collio Sloveno e nel Collio Friulano. Una terra ricca di vigneti coltivati per il 70% con uve a bacca bianca, protette dai freddi e montani venti del Nord grazie alla presenza delle Alpi Giulie, uve sempre accarezzate dalla brezza del vicino Mar Adriatico.
Arriviamo alle due del pomeriggio e veniamo subito accolti con un buon bicchiere di Sauvignon Vert mi sento nel posto giusto, felice di aver ascoltato e seguito un mio desiderio. Dopo poco Marjan ci chiede se vogliamo fare una visita approfondita del suo piccolo grande mondo, ovviamente acconsentiamo subito. Passeggiamo per quattro ore in mezzo alle vigne, filare dopo filare e in quel poetico camminare, percepisco fin da subito quale sia il segreto dell’ottimo lavoro di Marjan: amore, passione, entusiasmo per ciò che fa. La sua è una storia che narra di una famiglia, di una tradizione e di un talento fuori dal comune.
Mentre passeggiamo, ci racconta dell’importanza della pendenza dei terreni e di come questi siano esposti al sole, dell’importanza dell’età delle vigne che, circondate da boschi, rispettano l’equilibrio della vegetazione di quella porzione di terra. Marjan utilizza la tecnica del sovescio che consiste nel seminare, coltivare e interrare tra un filare e l’altro più specie erbacee di diverse famiglie botaniche. Lo scopo è di creare una biodiversità per rendere il suolo fertile senza concimi chimici. Il suo modo di lavorare esprime con decisione una profonda attenzione per la Natura e il mondo che lo ospita.
Sorge spontanea la domanda se i suoi vini sono biologici, la risposta è netta e chiara: “Il vino è la mia passione, il mio lavoro, il mio rispetto per la terra e le persone che lo bevono. È importante ascoltare le vigne e dare loro ciò di cui hanno bisogno senza utilizzare scorciatoie. Ci sforziamo di mantenere un forte legame con la vite attraverso tutta la nostra conoscenza e rispetto per l’ambiente ed è per questo che da qualche anno abbiamo deciso di coltivare le nostre viti secondo metodi naturali, senza ricorrere a fertilizzanti artificiali e insetticidi. L’esperienza ci ha insegnato che in questo modo si favorisce il mantenimento del ciclo naturale degli organismi viventi presenti nella vigna”.
Penso comunque che la bontà e la genuinità di quei vini derivi anche dal suolo di Goriška Brda – localmente chiamato Opoka – un terreno depositato sulla superficie delle colline dal mare che nei secoli si è ritirato. Poi il vento, la pioggia e il sole hanno modellato, nutrito e riscaldato quella terra ora ricca di minerali che contribuiscono alla produzione di ottimi e unici vini.
Finito il nostro interessante giro in vigna, ci dirigiamo verso la cantina circondata da ulivi e vigne, il cuore dell’ospitalità di Marjan. Sono le sei e inizia a nevischiare, il sole ci ha abbandonato. È subito palpabile che la cura osservata per i vigneti, sia la stessa messa in cantina: ogni vigna viene vinificata separatamente e con quello che si ritiene essere il suo giusto contenitore, ci sono diverse tipologie di botte costituite da legni differenti e si trovano anche anfore e vasche di acciaio.
Prima la passeggiata tra grappoli di uva poi la scoperta, a cinque metri sotto terra, del luogo magico dove vien prodotto e fatto maturare il vino. Un assaggio a 360 gradi che ci ha permesso non solo di comprendere meglio il pensiero di Marjan, ma anche di cogliere il forte legame tra la terra di Brda e i vini prodotti.
Ci fermiamo a cena, sembra di stare intorno a una tavola del Sud di Italia per calore, ospitalità e convivialità. Arriva il momento finale, quello della degustazione di ciò che viene messo in bottiglia: la sua filosofia, la sua storia e anche le sue convinzioni sono tutte racchiuse in quei bicchieri di vino offerti. Mentre assaporo con calma, lasciando che la bocca abbia il tempo di percepire aromi e sentori, penso che per comprendere realmente cosa si intenda per terroir, bisogna conoscere da vicino la realtà di chi vinifica. Perché il terroir si fonda sull’importanza del suolo e del sottosuolo, della loro composizione geologica che dipende dalle varie erosioni fisiche e biologiche, erosioni avvenute negli anni. L’importanza dei microrganismi, la macro-fauna, la concimazione organica, i diversi tipi di clima e di conseguenza le diverse temperature, ventilazioni, esposizioni solari e l’umidità. Ma il terroir tiene anche conto di un elemento altamente variabile e arbitrario come il fattore umano: il metodo di coltivazione e vendemmia delle viti, così come il processo di produzione, conservazione e invecchiamento del vino. È una precisa scelta, fatta da proprietari ed enologi, che ha il potere di esaltare o vanificare le proprietà organolettiche delle uve e come tale ha un peso significativo nella determinazione della qualità e unicità di un vino.
Una visita iniziata alle due del pomeriggio e terminata alle due di notte. Una giornata molto intensa, coinvolgente e formativa che mi ha permesso di comprendere l’essenza dei vini di Marjan Simčič eleganti e ben strutturati, con una identità precisa che racchiude in sé la sapiente tradizione della vinificazione presente in quella regione, coniugata ad arte a metodologie moderne.
Grazie Marjam