Alla scoperta di Vrindavana e altre notizie

Home/news, diario/Alla scoperta di Vrindavana e altre notizie
Cara amica, caro amico,
Il viaggio è un’opportunità straordinaria per lasciarsi alle spalle vecchi sedimenti, proiettarsi verso nuove prospettive, alleggerirsi e molto altro. Mi è stato di grande aiuto nelle scelte importanti, le più laboriose quelle legate a un cambiamento interiore che si profilava all’orizzone, ma che non riuscivo a cogliere appieno.
Viaggi avvenuti in luoghi e modi diversi, attraversando le Alpi o l’Oceano per le grandi decisioni, studiando un tragitto montano per temprare i voti assunti e dare forza alla mia determinazione a perseguire obbiettivi intrapresi o più spesso per rilassarmi facendo volare sentimento e creatività.
Negli ultimi due anni il lontano non è stato possibile, al contempo le riflessioni in una situazione terrena in continuo mutamento sono state numerose. La mancanza di evadere dal quotidiano a volte mi ha fatto sentire come un leone in gabbia. Una condizione coatta che mi ha sostenuto però a perseguire con vigore il cammino intrapreso verso al dimensione trascendente.
Finalmente quest’estate si è aperta una finestra, il Centro Studi Bhaktivedanta, luogo di riferimento per approfondimenti filosofici e teologici ma non solo, ha organizzato un viaggio in India a Vrindavana. La città dei 5000 templi, il luogo dove Krishna, manifestazione plenaria di Dio nella cultura dei Veda, è nato e vissuto manifestando tutte le Sue opulenze. Tra molti Suoi divini divertimenti vincere esseri malvagi dalla grande pericolosità, sfidando Indra, ma anche giocando e danzando con le Gopi, sue preziose e divine amanti.
Vrindavana nei millenni si perse e diventò foresta. Attorno al 1500, momento nel quale l’India subiva l’invasione mussulmana e i principi della loro religione erano messi in discussione, si manifesta Shri Krishna Caitanya, considerato a sua volta anch’Egli una manifestazione di Dio. Non vado a fondo nel descrivere le sue gesta inconcepibili, il suo lascito in scrittura sono 9 versi che riassumono il senso di ogni conoscenza. Che potrebbe perdersi nei dedali teologici che spesso portano a divisioni e a inutili elucubrazioni. Un trascinatore di donne e uomini di ogni ceto e comunità spirituale che lo hanno seguito portando rinnovato vigore agli eterni principi della religione. Aspetto rivoluzionario per l’epoca, come affermò anche il Cristo, l’assunto che l’accesso al paradiso è per tutti e non limitato a una determinata casta, sacerdotale, regnante o possedente l’economia di un paese. L’avatara dorato, Shri Krishna Caitanya, tra le molte Sue gesta rivelò il luogo fisico di Vrindavana, indispensabile simbolo per ogni praticante di quella fede.
Questa grande personalità ebbe numerosi discepoli, i Gosvami, a loro volte immensa fonte di ispirazione per ogni devoto del Signore; ognuno di loro fonda la sua scuola iniziatica, queste sono tutt’ora esisitenti, scrive trattati profondi, vero nettare per i loro lettori, soprattutto con l’esempio sottolineano l’importanza delle norme di comportamento .
Il loro mentore da loro il compito di far rivivere il Santo Luogo, prontamente si stabiliscono nella foresta nella quale praticano ascesi, fondano templi tutt’oggi esisitenti, la cui semplicità è direttamente proporzionale alla potenza che emanano.
Come all’Averna, nell’eremo di San Francesco dove, con buona apertura di spirito, si percepisce la forza del luogo, preziosa porta verso la dimensione immanente.
Da 500 anni questi luoghi e le divinità che li abitano sono venerati, attorno a questi è Vrindavana, una cittadina di 30000 abitanti che si affaccia alla Yamuna, maestoso fiume sacro nel quale, come nel Gange, le persone fanno abluzioni purificatorie. Ivi sono confluiti tutti i grandi movimenti religiosi del subcontinente asiatico, essendo la figura di Krishna il centro di ogni loro culto. Ognuno di questi ha sfaccettature diverse, determinate dai molteplici caratteri e gusti degli esseri umani, ognuno però confluente alla stessa fonte.
Vrindavana è una Gerusalemme, probabilmente assente delle divisione teologiche che contraddistinguono quest’ultima.
Le sue caratteristiche sono destabilizzanti per gli occhi occidentali. Il caos e gli odori sono persistenti, le mucche, i cani e le scimmie, considerate queste ultime dei sacerdoti che hanno abbandonato i principi a loro propri e sono caduti dalla loro dimensione umana, sono ovunque. Ogni abitante del luogo è considerato un essere speciale dalla matrice divina, va per questo nutrito e rispettato, le offese nei suoi confronti potrebbero essere controproducenti. Al contrario se si è loro amici si raccolgono buoni frutti. Così ognuno è nutrito dalla comunità che elargisce donazioni a chi è povero, nutre gli animali presenti in gran numero. Alle mucche viene dato un pastone di canna da zucchero e cereali, ai cani latte e biscotti, la carne naturalmente è bandita da quel luogo, alle scimmie frutta e resti di ogni tipo, ai pappagalli e altri uccelli becchime in abbondanza.
È sconcertante vedere le famiglie povere che vivono sullo spartitraffico, i bambini giocando e le mamme facendo il bucato mentre le auto sfrecciano loro accanto.
Ognuno di loro essere divino, come anche i battellieri che faticosamente con un bastone spostano controcorrente le barche, portando i pellegrini a visitare gli Ashram sul fiume. Da rispettare persino i mercanti che fanno le orecchie da mercante.
Sono molto diverse tra di loro, sul piano materiale, le caratteristiche dei sacerdoti che officiano i culti. Chi con pochi mezzi e con gli abiti molto squalciti e nemmeno troppo immacolati, altri invece che camminano regalmente, nei loro doti immacolati, su pavimenti di marmo italiano. Le loro divinità vestite con abiti lussuosi e adornate con gioielli sfavillanti.
I Sadhu, asceti erranti, sono numerosi. Ogni pellegrino deve una volta nella vita visitare Vrindavana e molte grandi personalità sognano di terminarla in quel luogo.
A testimonianza di questo ci sono i samadhi di molti Acarya (santi), molti di loro fondatori di movimenti spirituali che sono stati in grado di ispirare migliaia e milioni di persone, aiutandole a intraprendere la via iniziatica.
L’indagine di quel luogo mistico a cuore aperto permette al viandante di svelare la dimensione dell’incredibile, di solito celata nel quotidiano. Questa a dire il vero si manifesta di continuo, se indaffarati andiamo oltre senza accorgercene. Per coglierla basterebbe distogliere per un’attimo la vista dei luccichii della materia, cosi ben lucidati e attraenti nel mio caro Occidente.
Un luogo anche dove ogni accadimento porta chiaramente un messaggio, utile di solito a raddrizzare il sentiero reso impervio se non aderente al dharma, l’ordine cosmo-etico al quale sottostiamo.
Altro aspetto notevole di Vrindavana è l’assenza di giudizio ognuno, al di là della sue estrazione è posto sullo stesso piano. Naturalmente il farlo è segno di intelligenza limitata dai condizionamenti ricevuti e abbracciati, le persone più attente in ogni luogo mettono il loro impegno a non dividere.
Bello cantare inni che non conoscevo senza sentirmi giudicato per il mio procedere impacciato. Mettermi in gioco è stata un’opportunità per uscire dai rassicuranti riti che pratico nel quotidiano, che con il tempo potrebbero diventare abitudine, slegandosi dagli impulsi del cuore.
Osservare e assaporare quanto mi stava attorno mi ha donato molte emozioni.
Dolce quella famiglia, felice di partecipare alla messa del mattino al tempio di Damodara. Erano vestiti in modo semplice, mamma, papà e figlia si erano impegnati però a curarsi in ogni particolare. I capelli di lui erano ben lisciati con il ghee, il nastro rosa indossato dalla bambina era quello tenuto in serbo per le occasioni importanti, il sari della signora bello come le stoffe indiane sanno esserlo. I tanti bambini presenti che partecipavano alla celebrazione avevano gli occhi lucidi dall’emozione. Così diversi da quelli che incontro durante le messe delle feste comandate, il loro comportamento disattento e spesso irriverente esprime: “Ma che ci faccio qui?”.
Un’altra emozione, forse ancora più grande, l’ho vissuta visitando una “charity school” per ragazze. Ognuna di loro proveniente da famiglie che non potrebbero permettersi di mandarle a scuola. Quando provengono dalla campagna, sono raccolte nelle loro abitazioni da un carro trainato da un bue, maestosi e docili da quelle parti.
A volte accompagnate dai riconoscenti genitori, grati dell’opportunità data alle loro figlie.
Questi sono invitati a fermarsi a mangiare, ogni giorno viene prearato cibo per 2000 persone. Naturalmente ho visitato la cucina e parlato con lo chef, una persona gioviale e ben motivata a portare avanti la sua missione. I cuochi sono seduti per terra, con molta manualità tagliano le verdure che finiscono nelle varie preparazioni, una condizione igienica interessante, al contrario del Joia con tavoli di lavoro e taglieri sanificati di continuo.
L’istruzione è garantita dall’asilo alle superiori. Le più meritevoli sono sostenute anche all’Università.
La divisa per tutte un semplice grembiule nero, come quello che indossavo alle scuole elementari. Questo parificava il nostro status, non determinato dalla maglietta logata o da quelle scarpe firmate.
La giornata inizia nel cortile con canti spirituali che seguono un iter preciso guidato dalle grandi. Prima un’inno struggente al Signore, seguono poi canti di ringraziamento ai maestri spirituali e a chi ha reso possibile quella realtà. La stuoia su cui erano sedute viene arrotolata, inizia quindi un ballo collettivo al quale il nostro gruppo è stato invitato a partecipare. Il mio cuore era gonfio di gratitudine, percependo le loro gioiose speranze e prospettive, unite alle mie.
Dopo una buona mezz’ora di gratitudine si sono messe in fila indiana, nel vero senso della parola e sempre cantando, sono andate alle loro aule. Percentuale di successo scolastico, il 98%.
Ogni giorno trascorso a Vrindavana è stato ricco di occasioni arricchenti, di incontri con persone e luoghi, un turbinio saldamente ancorato nella memoria e del quale ancora oggi ne serbo il gusto e le emozioni.
Con un’altra grande opportunità, abbandonare la dimensione razionale e lasciarsi trasportare dall’incredibile. Descriverò quell’indagine e quelle scoperte extra ordinarie nel prossimo notiziario.
Cordiali salutiPietro Leemann

Notizie in breve

Abbiamo appena iniziato il nuovo menu, con i gusti e le sensazioni dell’autunno. Dopo alcuni anni, forse 10, torna un piatto storico, “un sasso rotola”, ammodernato rispetto a quando è stato concepito ma con la stessa idea di piatto in movimento. Torna anche “Sotto una coltre colorata”, passeggiata in quel bosco, che regolarmente frequento ed è per me sempre fonte di ispirazione.
Due nuovi dolci, “La forma dell’etere” e “Dolce Stil Novo”, entra anche “Nuovo rinascimento italiano”, dai titoli un desiderio per me di consolidare la relazione con la storia, fonte di continua ispirazione culinaria ma anche preziosa testimonianza dalla quale attingere. Con Sauro e Raffaele abbiamo cercato di lavorare il meglio possibile nel costruire gusti precisi e trasparenti e nel dare loro forma. La aspetto ad assaggiarlo!
Raramente mi trovo a condividere i risultati delle votazioni nella mia Svizzera, dove rimango ancora in minoranza, nelle scelte animaliste ma non solo. Questa è la democrazia!
Ho partecipato ad un evento molto interessante a Padova,Il festival della consapevolezza” e il titolo la dice lunga. (vai alla pagina YouTube del Festival >>) Nel “Palazzo della ragione”, una sala monumentale affrescata, forse la più emozionante mai vista. Sotto di questa il mercato del 1200 ancora attivo, con piccoli negozi che propongono le grandi specialità italiane, dal parmigiano alla pasta fatta in casa.
Padova mi ha riscaldato il cuore, una città a dimensione d’uomo e di donna, curata e bella in ogni dettaglio. Ho poi vezzeggiato il palato, andando a far colazione dall’amico e grande pasticcere Luigi Biasetto. Ci tornerò presto, non sono riuscito a passare da Massimiliano Alajmo e non ho visitato la cappella degli Scrovegni. Come è bella l’Italia e le sue città.
Finalmente abbiamo ricominciato con la Joia Academy che ha nuova sede da Funny Veg con la quale è nata una relazione di scambio e amicizia. Sauro e Raffaele hanno dato le prime 5 lezioni del Master sul tema degli antipasti. Sono in programma anche delle lezioni giornaliere che potrà scoprire nel nostro sito.