Il vino come il cibo è materia viva con cui si entra sempre in contatto e che coinvolge sia la materialità del corpo, sia l’immaterialità dei nostri pensieri e sentimenti che risuonano con il mondo, per questo il compito del sommelier è quello di entrare in sintonia con l’ospite e con i suoi desideri.

Al Joia la selezione delle etichette è guidata dall’obiettivo di valorizzare l’identità e la filosofia del Ristorante che ha i suoi criteri di scelta: il rispetto della terra, della stagionalità, della tradizione, del lavoro artigianale, della materia prima e del cliente.

Il nettare di Bacco non è puro artefatto ma sostanza che nasce, vive e muore. È poesia in bottiglia, è un paesaggio percettivo complesso capace di provocare un caleidoscopio di emozioni, riflessioni, ricordi. Un’esperienza soggettiva amplificata da un buon bicchiere di vino.

La nostra cucina gourmet è il risultato di una attenta sperimentazione e di una continua ricerca. Una proposta culinaria che presuppone per il sommelier la conoscenza accurata dei sapori e profumi che compongono un piatto. Un saper essere e un saper fare in grado di trovare il giusto equilibrio tra cibo e vino per un’avventura sensoriale che lasci il segno.

La selezione dei vini rispecchia una nostra convinzione: il connubio perfetto riesce a mettere in relazione vino, cibo e ospite con i suoi gusti, le sue inclinazioni e le sue conoscenze. Decidere il vino giusto è una forma d’arte che deve non solo tenere conto delle caratteristiche organolettiche della bevanda e di quelle del cibo, ma anche conoscere la tipologia di cucina proposta per creare una sinergia virtuosa tra i due elementi, in modo che si completino e amplifichino reciprocamente armonizzando l’atto del mangiare con quello del bere al fine di proporre un’esperienza multisensoriale.

Luigi Veronelli, scrittore e filosofo del vino, lo chiamava un matrimonio d’amore quello consumato tra cibo e vino.