Mi sembra di toccare il cielo con un dito

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Cara amica, Caro amico,
Vivo il santo Natale quale occasione per rintemprarmi nei buoni propositi, desiderati ma non sempre mantenuti.
Dopo un anno di mille attività, riunirmi finalmente con i miei cari, partecipare alla cerimonia del mattino per celebrare la nascita di Nostro Signore, è una imperdibile opportunità per entrare in quella intimità che aiuta a cogliere con chiarezza quali siano le vere priorità del vivere.
La ricerca dei regali, organizzare i vari incontri nei quali di solito, con grandissimo piacere, mi ritrovo ai fornelli, pensare alle persone che avrei voluto frequentare di più, è la migliore preparazione al sacro evento, in qualche modo è come se tutto quanto intrapreso confluisse in quei preziosi giorni, ed è necessario impegnarsi per non lasciarli sfuggire.
L’occasione anche di portare il pensiero a chi è dipartito, alle figlie che sono diventate grandi, agli amici lontani, ai tanti incontri che mi hanno arricchito.
In quella bella predisposizione ne approfitto per andare oltre. Il modo l’ho copiato da Karl Gustav Jung, quando portava a spasso le sue due figlie era sua abitudine lasciare i sentieri ben delineati da quelle parti per inoltrarsi nei boschi zurighesi, salendo e scendendo colline, scavalcando fossi e scoprendo angoli inesplorati e selvatici. Un ottimo modo per uscire dagli schemi della mente, questa se poco attenti fa diventare gli esseri abitudinari, per respirare anche un’aria di libertà che nel quotidiano sembrerebbe mancare.
Una meditazione attiva che a contatto con la Natura si amplifica e ogni anche minima scoperta diventa magia.
Dalle mie parti le occasioni per perdersi e deviare dai sentieri ce ne sono molte. Nell’ultima sono sceso da una ripida discesa che porta a fondovalle. Assieme a me il fedele Aki che si diverte a scoprire le traiettorie migliori seguendo, con il suo provetto naso, chissà quali piste.
Ho cercato di seguire un tracciato un tempo esistente. Oggi tutto da scoprire tra rocce, alberi di dalle molteplici forme, uno spesso strato di foglie che nasconde ogni cosa e un riale, in questo momento ghiacciato, che lo costeggia.
L’acqua scendendo dalle ripide rocce si sofferma sui cespugli, ne segue gli antri sinuosi e scolpisce straordinarie sculture che pochi artisti saprebbero imitare.
Più volte, con il fiato sospeso dall’emozione, mi sono fermato per assaporare continue piccole ma straordinarie scoperte. Una pietra ricoperta di ghiaccio e da questo resa brillante, un ciuffo d’erba verde cresciuto chissà come in mezzo al bosco coperto da un sottile strato di neve, un castagno cavo dentro ma ancora pieno di vitalità con nuovi rami cresciuti dritti a cercare l’alto.
Il fascino di ciò che è minuscolo corrisponde a quello dell’immenso.
In quei momenti è come toccare il cielo con un dito.
Sembrerebbe persino di cogliere il senso di tanta bellezza e armonia. Che non c’è in fondo nessun motivo di indagare.
In quella bella predisposizione, finalmente fluttuante, un senso di profonda gratitudine mi ha pervaso.
Il pensiero e il cuore si sono allora rivolti all’Amato e al Suo divino messaggero Gesù. Le Sue parabole sono così limpide, le Sue Indicazioni esprimono la Verità più alta, il Suo esempio è fulgente. Nel suo agire talmente autentico che sembrerebbe cosa facile realizzarlo.
Quanti ambiziosi propositi per il tempo che verrà. Che a vero dire danno il senso a ciò che è e che per sempre sarà.

I miei miglior auguri di Buone Feste e per un 2023 di belle scoperte e di felicità
Suo Pietro Leemann